In tempi di covid …
Partecipiamo così al terzo trimestrale 2020 del bollettino dei Giuliani nel Mondo.
sabato 17 ottobre
sabato 17 ottobre
La nostra Associazione ed il Fogolar Furlan di Roma, hanno provato a far ripartire le loro attività unendosi in uno sforzo comune presentando lo spettacolo
I mattatori della serata sono stati “Catine” ovvero Caterine Tomasulo per il Fogolar e Alessio Colautti per la nostra Associazione.
La giuria, dopo aver esaminato attentamente il confronto ha decretato un bel pareggio.
Il Fogolar ha presentato, tra l’altro, il suo piccolo coro composto da Tiziana e Michela Bagatella, Roberta Cortella, Edoardo Boccoli e Giovanni Bertolani
Il “nostro” Alessio è stato accompagnato al pianoforte dal m.o Marco Ballaben e alla chitarra dal m.o Luciano Delak.
Risate e divertimento sono state il coronamento della serata ottimamente riuscita.
sabato 24 0ttobre
Il giornale dell’Unione degli Istriani scrive del nostro Past President.
CENTO ANNI FA NASCEVA A TRIESTE ALDO CLEMENTE,
ANIMA DELL’OPERA PER L’ASSISTENZA AI PROFUGHI GIULIANO-DALMATI
Cari Amici,
con qualche giorno di ritardo – per non anticiparne il ricordo, rispetto ad altri sodalizi più direttamente interessati che non lo hanno ancora comunque fatto – vogliamo celebrare il Centenario della nascita di un personaggio che ha fatto molto per gli Esuli e per la loro nuova vita, dopo aver perso tutto nelle terre natali cedute a Tito.
Venuto al mondo a Trieste il 21 ottobre 1920, Clemente è arrivato a Roma nel 1947, dopo essere stato per due anni segretario provinciale dell’Associazione “Orfani di guerra” di Trieste, che per lunghi anni è stato ospitato nella nostra sede di Palazzo Tonello.
A Roma ricoprì l’incarico, dal 1947 al 1949, di segretario del Comitato nazionale per i rifugiati italiani e dal 1949 al 1979 è stato segretario generale dell’Opera assistenza profughi giuliani e dalmati, ente creato nel dopoguerra e preposto alle iniziative di tutela e di sviluppo delle comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati fuggiti dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia.
In quei lunghi 30 anni, e anche oltre, l’attività di Clemente è stata rivolta unicamente all’inserimento dei profughi nel mondo del lavoro (per 60mila di loro è stato trovato un posto), rimpiantando ben 1.162 aziende artigianali e attività commerciali. Uno dei suoi momenti più alti, e di grande valore sociale, è stata la realizzazione di 7.733 alloggi, gran parte dei quali nel quartiere “giuliano dalmata” di Roma e in borghi intitolati ai santi giuliani dalmati nelle province di Trieste e Gorizia. E anche in altre zone d’Italia.
L’incarico di ricostruire un’esistenza nuova e una dignità ai tanti nostri Esuli gli era stato conferito dal governo, incarico che ha portato a termine tra mille difficoltà ma con altrettanta determinazione; molte di queste case dagli anni Cinquanta in poi sono state realizzate nella cintura triestina, come a Opicina, a Borgo San Nazario o a Sistiana.
Chi lo ha conosciuto in quel periodo e negli anni successivi, gli riconosce un merito fondamentale, di avere cioè inciso notevolmente con la sua attività nella crescita della città, da un punto di vista economico e urbanistico, in un periodo in cui Trieste usciva da un lungo dopoguerra. Chi ricorda ancora il suo dinamismo al servizio della città “sempre in punta di piede” ma determinato. Trieste è stata influenzata positivamente allora dalla sua grande capacità di realizzare opere che non sembrava possibile portare a termine.
A Udine, che ebbe in funzione un attrezzato campo profughi in via Pradamano (dove sono passati decine di migliaia di nostri profughi), l’Opera assistenza si è prodigata con diversi interventi nella realizzazione di quartieri o villaggi: l’agglomerato più consistente (una quindicina di alloggi bifamiliari) è nella zona di via Cormor Basso, dietro la caserma dei carabinieri di viale Venezia. Al Villaggio del sole troviamo case sparse degli anni ’50 e altri gruppetti di edifici in via Fruch, laterale di via Cividale, e via delle Fornaci. Altri alloggi per gli istriano-dalmati sono stati costruiti in provincia (è il caso di San Giorgio di Nogaro con una trentina di casette bifamiliari).
Aldo Clemente, dopo aver ricoperto per quarant’anni la carica di Presidente della Associazione dei Triestini e Goriziani in Roma, era stato ospite negli ultimi tempi di una casa di riposo nella capitale, dove si è spento a 94 anni, nel novembre 2014.
Durante le sue numerose visite a Trieste, Aldo non mancava di visitare la sede dell’Unione degli Istriani, che gli è sempre stata molto grata e riconoscente per quanto ha saputo fare per tutta la Diaspora giuliano-dalmata.
La famiglia Clemente ricorda il padre Aldo
Abbiamo letto con commozione il ricordo che alcuni hanno pubblicato di Aldo Clemente, che il 21 ottobre avrebbe compiuto 100 anni.
Non sta ai figli commemorare il lavoro dei padri, i figli ne hanno una visione condizionata, nel bene e nel male, dal rapporto quotidiano fra le mura domestiche.
Infatti per noi figli era “solo” papà.
Quando per il suo funerale abbiamo fatto l’elenco delle persone da contattare, ci siamo resi conto che di quelli che noi conoscevamo ne erano rimasti pochi.
In chiesa le facce note erano isolate qua e la fra i banchi, e a fatica riuscivamo ad inquadrarli.
Poi un distinto signore si è avvicinato e ci ha detto “Sono uno dei ragazzi del Filzi, ho avuto l’onore di conoscere suo padre”. Voi vi ricordate di noi ?
Ci è tornata alla mente tutta una serie di flash sulla nostra vita insieme, da quando andavamo a scuola nel quartiere Giuliano Dalmata a Roma, dove allora ancora si sentiva il peso dell’esodo, fino a quando hanno spiegato a papà che l’Ente Assistenza Profughi Giuliano Dalmati non aveva più scopo di esistere.
E siamo andati a leggere quanto è stato scritto su tutto quel periodo, e soprattutto quanto è stato scritto dopo la morte di Aldo, su di lui e su quanto concretamente fatto dall’Ente che ha diretto.
Non vi annoieremo con date e numeri, chi avesse voglia di conoscere una realtà che oggi, quando il concetto di esodo è sulla bocca di tutti (oggi la chiamano migrazione, ma è sempre una fuga da violenza e miseria), ripetiamo volesse sapere cosa è stato fatto a suo tempo, basterà scrivere Aldo Clemente su qualsiasi motore di ricerca. Crediamo che chi oggi gestisce queste emergenze avrebbe qualcosa da imparare. Sicuramente l’onestà sia nel pensiero che nella azioni. Aldo ha gestito enormi quantità di fondi pubblici, e mai la sua onestà è stata messa in dubbio.
A noi figli ha lasciato il brutto carattere, il rispetto per le istituzioni “sane”, per le regole del vivere civile. E per il pensiero degli altri, se non si discosta troppo dal nostro.
Ci permettiamo alla fine di citare il Dott. Furio Dorini che in un suo articolo ha scritto :
“Se noi, Giuliano – Dalmati, avessimo avuto l‘intuizione di acquistare qualche ettaro di terra per ricordare i nostri figli migliori, quelli che hanno maggiormente meritato nel rappresentare la nostra epopea, una specie di Giardino dei Giusti, oggi in quel giardino ci sarebbe un nuovo alberello, e un piccolo sasso, magari di pietra d‘Istria, con su scritto, semplicemente: Aldo Clemente”
Gianna, Giuliana. Giorgio, Gabriella
Clemente